Possibilità di sviluppare un welfare aziendale ad impostazione etica
Scontri, fratture, solidarietà, ricomposizioni possibili. Sembrano queste le parole che stanno dominando il dibattito pubblico dall’inizio della crisi. Da un lato il rischio di esclusione sociale e impoverimento di ampie fasce della popolazione cui si tenta di porre rimedio con provvedimenti lampo, dall’altro una necessità di ridimensionare le stesse politiche sociali con approcci innovativi riconoscendo la limitatezza di interventi emergenziali.
Alcuni avvenimenti, però, dovrebbero essere segnati sulla nostra agenda. Il 22 Marzo alcuni dipendenti Amazon, diretti e non, hanno scioperato chiedendo a tutti di non acquistare sulla piattaforma. L’evento è stato un unicum nel suo genere volendo appunto riguardare uno spirito di filiera e la necessità di restare uniti per ottenere la tutela dei diritti. Eppure, sulla base di dichiarazioni fornite dalla stessa azienda, parrebbe che la manifestazione non sia stata così partecipata come vorrebbero rappresentare gli organizzatori. Seppur sulle percentuali ci possano essere diverse versioni, la mancata partecipazione c’è stata. I dipendenti, messi nelle condizioni di dover accettare ritmi di lavoro in costante aumento (dall’epidemia i consumi sono più che raddoppiati sulla piattaforma digitale) devono decidere se rischiare il posto di lavoro per combattere per i loro diritti (ricordiamo che l’Art 40 della Costituzione sancisce il diritto allo sciopero dei dipendenti). Perdere un posto di lavoro, oggi, soprattutto se hai un mutuo per la casa, 3 figli che vivono da più di un anno in casa in DAD e un coniuge con un lavoro part-time può essere disastroso.

Non fatico però a credere nella violenza repressa e nel senso di disperazione cui alcuni commercianti hanno dato sfogo nella giornata di ieri. E lo sarà ancora più evidente, e arrivo all’altro avvenimento, quando entrerà nella memoria di tutti la classifica di Forbes sui patrimoni delle persone più ricche al mondo capitanata da Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Le paure, le ansie, la disperazione, troveranno un volto, un nemico comune, idealmente identificato con il “potente” o il “ricco”, e le violenze aumenteranno. Proprio in quanto idolo lontano e inarrivabile ci scateniamo contro il primo che passa, sia esso un giornalista che documenta una protesta o un poliziotto che cerca di salvaguardare la sicurezza e la salute delle persone. Un tutti contro tutti in cui a goderci sono proprio loro, gli “inarrivabili potenti”.

Cosa accade allora. Che le fratture si fanno più acute, si rimarcano le differenze piuttosto che trovare punti di contatto. Tuttavia, la strada di sensibilizzare una filiera così come avevano tentato di fare il 22 Marzo era la strada giusta. Il consumo non è più un gesto isolato ma riguarda tutti i passaggi di lavorazione, trasporto e conservazione. È diverso andare dal fruttivendolo che offre prodotti locali o dal dentista che promuove l’uso di spazzolini biodegradabili prodotti da ONG che lavorano in paesi in via di sviluppo. Così come diverso è la scelta della modalità di consumo. Su questi aspetti il welfare aziendale del futuro dovrebbe interrogarsi per non diventare la punta di diamante di una piramide priva di fondamenta. La scelta dei fornitori e delle linee di sviluppo dovrebbe seguire alcuni principi fondamentali, tra cui il riconoscimento dei fornitori e del loro impegno ambientale e sociale o lo sviluppo di piani di welfare che promuovano la responsabilizzazione civica dei dipendenti e dei dirigenti. In buona sostanza rendere il welfare aziendale un vero strumento di filiera attento non solo ai propri clienti diretti quanto, più in generale, al territorio e alle persone che lo vivono favorendo anche lo sviluppo di hub innovativi per la promozione dei diritti.
Riferimenti
La lista degli uomini più ricchi del mondo secondo Forbes https://forbes.it/2021/04/06/forbes-billionaires-list-2021-ricchi-mondo/
Prospettiva sugli scioperi promossa da CGIL
https://www.collettiva.it/copertine/italia/2021/03/22/news/amazon_la_mappa_degli_scioperi-937226/
Interessante articolo di Forbes