È rimbalzata tra più testate non specializzate la notizia di un fantomatico buono per l’adeguamento della postazione dello smart working, con possibilità di esenzione fiscale fino a 516,46.
La notizia è falsa, o meglio, non esiste nessun particolare buono connesso allo smart working ma si sta semplicemente parlando del raddoppio della soglia di esenzione dei benefit concessa in sede di conversione del decreto sostegni per l’anno 2021. Soglia di esenzione, ricordiamolo, per i redditi da lavoro dipendente e assimilati.
Molti si sono affrettati a sottolineare che si tratta di una “bufala”, ma non in molti hanno sottolineato gli ancor più grossolani errori commessi nella diffusione della fake news.
In primis occorre capire di quale postazione lavorativa si parla, perché, secondo quanto previsto dalla Legge 81/2017, il lavoro agile è una modalità di svolgimento dell’attività lavorativa senza vincoli di orario e di luogo di lavoro.
Inoltre, un secondo aspetto da valutare è che il benefit risulta tale quando viene concesso un bene o un servizio al lavoratore, e non quando viene dato uno strumento di lavoro.

Se quindi stiamo “costruendo” una postazione lavorativa (poste le riserve anzidette) quale vantaggio stiamo fornendo al lavoratore? Quale beneficio?
Il benefit deve essere un bene che rimane nella disponibilità dello stesso e diviene suo mentre, in caso contrario, ci troviamo di fronte ad attrezzature concesse per l’attività aziendale che non rientrano nelle valorizzazioni ai fini del reddito da lavoro dipendente.
Certo, se vogliamo regalare una scrivania al nostro dipendente nulla ce lo vieta, ma occorre comprendere quale può essere il beneficio per lo stesso e se necessita e necessiterà di tale bene anche nel futuro.
Andare a regalare scrivania e sedia ad un lavoratore potrebbe sembrare un’invasione da parte dell’azienda negli spazi privati, o potrebbe portarci a passare da un lavoro agile ad un rigido telelavoro.
Ma se vogliamo ben cercare un bonus smart working lo possiamo trovare nella Legge di Bilancio 2021, che rafforzando il credito d’imposta per la Transizione 4.0, ha previsto anche un credito d’imposta del 15% per le imprese che investono in beni necessari ad agevolare lo smart working.
Facciamo quindi attenzione alle fake news e sfruttiamo i veri bonus smart working.